Le allergie. Quello che il nostro corpo ritiene un pericolo.

Vietato entrare

L’allergia è una risposta del sistema immunitario del nostro organismo che riconosce una o più sostanze, che non creano nessun disturbo alla maggior parte degli altri individui, come pericolose per la propria integrità e le combatte creando anticorpi in modo abnorme e dando vita a sintomi di tipo cutaneo, respiratorio, oculare e intestinale.
Il sintomo che si presenta è legato spesso al tipo di persona che subisce l’influsso di queste situazioni.
Il moralista avrà conseguenze sull’intestino, sede del vero IO che viene trattenuto o nascosto per non venir meno agli insegnamenti ricevuti, la persona che ama la libertà si sentirà soffocata e avrà problemi all’apparato respiratorio, chi finge felicità per non mostrare la propria rabbia indossando una maschera avrà problemi oculari o cutanei e così via.
Altrettanto importante è il tipo di antigeni che il nostro corpo inizierà a combattere per non far entrare qualcosa da noi ritenuto pericoloso al fine di proteggere la nostra identità.
I pollini primaverili sono legati al cambiamento e all’energia sessuale e riproduttiva della natura e chi è allergico, spesso, non riesce a vivere in modo spontaneo l’eros oppure è terrorizzato da tutto quello che può “modificarmi”.
Il latte ed i latticini sono legati all’allattamento e quindi alla figura materna.
Le polveri di casa rappresentano il senso di soffocamento che ci da l’ambiente in cui viviamo.
I peli di animale in genere riguardano invece le persone che cercano di sottomettere il loro lato animale.
I peli di gatto riguardano i rituali di accoppiamento e l’intimità.
La gomma è legata alla capacità di avere una mentalità elastica.
Spesso le allergie derivano da una storia passata molto personale, ma in alcuni casi possono essere legati ad una coscienza collettiva, come per esempio l’aumento delle allergie ai medicinali o le allergie da contatto, simbolo di una sempre più ricorrente necessità di allontanarsi da tutto quello che è sintetico per fare ritorno a figure più “vere e sincere” e meno “artificiali e costruite”.
I soggetti maggiormente a rischio possono essere persone che vivono sempre uno stato di diffidenze o uno stato di allerta verso il mondo esterno, colore i quali “si, puoi entrare nel mio mondo, ma solo fino a un certo punto”.
Oppure persone che hanno una conflittualità antica ed irrisolta verso i genitori, che si traducono in ambivalenza rispetto all’idea di indipendenza e alla possibilità di amare ed essere amati.
E per ultimi, persone con uno spiccato senso dell’ordine, della pulizia e della moralità, che costituiscono i pilastri della loro identità e persone che fanno fatica a dire di no e a manifestare la propria rabbia.
Rimedi fitoterapici, agopuntura, trattamenti shiatsu o ayurvedici, integratori alimentari e alimentazione controllata possono sicuramente aiutare a controllare i picchi del problema, ma un percorso interiore che indirizzi e guidi la persona verso una più attenta conoscenza e accettazione di se stesso e del reale mondo che la circonda, potrebbe migliorare nettamente stile di vita di chi deve affrontare questi problemi.

Parti dell’articolo sono prese da “Dizionario di medicina psicosomatica”

Tristezza, solitudine e disfunzioni della tiroide.

punti di vista

Un diverso punto di vista
I “medici” antichi, indipendentemente dall’essere chiamati sciamani, maghi o stregoni, avevano a disposizione ben pochi strumenti rispetto alle apparecchiature tecnologiche che esistono oggi per aiutare le persone malate e dovevano quindi basare le loro ricerche ed i loro studi su quello che, a loro idea, erano i mezzi migliori per l’evoluzione della medicina.
Osservare la persona, ascoltare quello che diceva, le sensazioni che si provavano al tatto, l’odore percepito, la possibilità di ascoltare “energeticamente” il soggetto e la capacità di analizzare i dati acquisiti in decenni di studio, se non millenni, si dimostravano quindi alcune delle poche armi che avevano a disposizione.
L’accorgersi che l’uomo e la natura subivano nello stesso identico modo le influenze esterne, la visione degli elementi, Aria, acqua, fuoco, terra, spazio, legno o metallo, i famosi Chakra e le svariate similitudini utilizzate, come il concetto di macrocosmo e microcosmo, per spiegare e comprendere quella che allora non si poteva vedere, permise di capire quello che succedeva dentro l’essere umano guardando quello che succedeva fuori, trasformando così la terra nel più grande microscopio mai esistito.
Interessarsi, studiare, cercare di capire ed apprendere le scienze mediche antiche penso sia anche un discorso di punti di vista. Se si riesce ad entrare nell’ottica che veniva utilizzata qualche millennio fa, non serve più cercare di tradurre da un linguaggio all’altro, dal vecchio al nuovo, e le cose diventano un po’ più semplici.

Definizione di…
Detto questo, vediamo di capire come l’essere triste e il non saper stare da solo, psicosomaticamente parlando, possono influire su alcune persone portando alla disfunzioni della tiroide.
Per prima cosa vediamo la definizione delle parole “chakra”, “triste”, “solitudine” e “tiroide”.
Chakra: Spec. al plur., in alcune filosofie orientali, ciascuno dei centri energetici che governano funzioni organiche e mentali.
Triste: Che è in uno stato psichico di afflizione e depressione, causate da qualche dolore o dispiacere o preoccupazione, anche non ben definiti, e che dimostra esternamente tale afflizione. Sinonimo: Infelice
Solitudine: La condizione, lo stato di chi è solo, come situazione passeggera o duratura: amare, desiderare, cercare, fuggire, temere la s.; sentire desiderio di s., di un po’ di s.; beata la s., finalmente un po’ di pace!, come espressione fam. di sollievo; cercare, trovare la serenità dell’animo nella s. di un convento (v. anche la frase lat. o beata solitudo, ecc.); anche, condizione di chi vive solo, dal punto di vista materiale, affettivo e sim.: vivere in s., nella più nera s.; trascorrere la vecchiaia in s.; sentire il peso, o la tristezza, della propria solitudine.
Tiroide: ghiandola endocrina, che nei diversi vertebrati ha morfologia e localizzazione varia e nel uomo è costituita da due lobi laterali riuniti da un segmento breve, situata alla base del collo: è un organo impari, mediano, riccamente vascolarizzato, a struttura lobulare, che produce particolari ormoni (tiroxina e triiodotironina), i quali, interagendo con specifici recettori, regolano il metabolismo, la crescita e la differenziazione di molteplici tessuti bersaglio. Questi ormoni sono necessari per il normale sviluppo del sistema nervoso centrale durante la vita fetale e nelle prime settimane di vita extrauterina. Gli ormoni tiroidei influenzano inoltre la crescita staturale, la funzione cardiaca e quella respiratoria, regolano la motilità intestinale, stimolano i processi ossei di formazione e riassorbimento e inducono un aumento del consumo tessutale di ossigeno. (da Treccani.it)

E se ci fosse veramente un collegamento?
Partiamo dai Chakra, le famose ruote o centri che in molte filosofie e medicine antiche venivano e vengono tutt’oggi usate per identificare i punti dove si incrociano i principali canali energetici indispensabili all’uomo per una sana ed equilibrata sopravvivenza.
Facendo riferimento al discorso dei diversi punti di vista ed alle similitudini usati nell’antichità, possiamo notare come i 7 Chakra principali vennero posizionati già ai tempi in prossimità delle principiali ghiandole endocrine del nostro corpo.
Partendo dal basso abbiamo:
Testicoli, Ovaie, Pancreas, ghiandole surrenali, Timo, Tiroide e paratiroidi, ipofisi o ghiandola pituitaria e epifisi o ghiandola pineale.
La tiroide, oggetto dell’articolo di oggi, è quindi legata al 5° Chakra, Vishudda, vocabolo sanscrito che significa “purificazione”, il cui compito è prendersi cura della gola, delle vie respiratorie, dell’apparato uditivo, dell’espressione e dell’esprimersi.
Si trova in un punto di passaggio, il collo e la gola, dove per mezzo della parola tutto quello che è mente e pensiero della persona, tramite l’energia del suono, diventa materia.
L’energia fluisce liberamente in questo Chakra quando la persona tende in modo naturale ad essere sincera e a dire la verità a se stesso e agli altri e, traducendola in linguaggio corrente, quando questo avviene, gli organi collegati a Vishudda svolgono correttamente le loro funzioni.
Fisicamente parlando, la tiroide controlla il metabolismo, il calore del corpo, la crescita e lo sviluppo, ma ad un cambiamento materiale dovrebbe corrispondere anche un trasformazione interiore e caratteriale.
Un sano sviluppo personale ed una buona crescita interiore comporta anche l’essere onesti con se stessi e con gli altri, il riconoscere cosa veramente siamo, quale è il nostro fine nella vita, cosa realmente vogliamo ed il non aver paura di mostrarlo o chiederlo a chi abbiamo vicino.
Nel momento in cui il cambiamento o la parola vengono trattenuti o espressi in modo non corretto, il processo di crescita e sviluppo viene bloccato e arriva lo squilibrio.
Questi cambiamenti avvengo quasi sempre in solitudine e nel silenzio , ma ci sono persone che hanno bisogno di ascoltare o di parlare continuamente ed altre che per diversi motivi faticano ad comprendere che il periodo di solitudine richiesto da un cambiamento è una fase e come tale è passeggera e non permanente ed è di solito proprio a queste che la solitudine o la tristezza portano scompensi a livello tiroideo.

Il lato oscuro del 5° Chakra
Mentire e dire bugie è un’abitudine che fa male a chi ascolta e ancor di più, consciamente o inconsciamente, a chi parla.
Nascondere o modificare la verità per raggiungere i propri obiettivi o per paura di non essere apprezzato ed accettato dagli altri mostrando esteriormente quello che in realtà non si è interiormente è un qualcosa che nella vita fanno in molti, anche senza accorgersene, per insegnamenti ricevuti, per situazioni in cui ci si trova o in ambienti in cui siamo stati costretti a vivere e che si pensa di non poter lasciare.
Spesso si dice che la scelta viene fatta per il quieto vivere, ma le ragioni possono essere  diverse.
Per esempio si potrebbe aver paura che, esprimendo le proprie idee, si venga essere messi in disparte o lasciati soli.
Questa paura ci può portare a trattenere emozioni o modi di fare al solo scopo di apparire come gli altri ci vogliono.

In Ayurveda
Nelle medicine olistiche, come quella Ayurvedica, la malattia è intesa come una risposta che l’istinto dell’essere umano mette in atto per cercare riparare un danno, spesso provocato da un evento esistenziale o un conflitto, che può produrre un blocco.
In Ayurveda l’energia Kapha, che significa letteralmente “coesione”, si occupa della creazione della struttura corporea e si posiziona principalmente nel torace, partendo dalla gola ed arrivando alla parte superiore dello stomaco, toccando poi le vie respiratorie ed infine il tessuto adiposo.
Uno squilibrio di questa energia porta la persona ad appesantirsi, a sentire freddo, ad avere una digestione lenta, a non essere più agile, a soffrire di congestione, gonfiori, obesità e letargia, molto simili a problemi legati alle disfunzioni della tiroide.
Dal punto di vista emotivo lo squilibro Kapha porta ad accettare situazioni pesanti, dalle quali si vorrebbe uscire ma, causa lentezza e staticità, non si riesce ad abbandonare.
Se protratto nel tempo, Kapha può portare ad ansia e depressione.

Forse ci siamo
Insomma “Che è in uno stato psichico di afflizione e depressione, causate da qualche dolore o dispiacere o preoccupazione, anche non ben definiti, e che dimostra esternamente tale afflizione. Sinonimo: Infelice” è la descrizione precisa di tutto quello che è problema del 5° chakra e dello squilibrio Kapha.
L’ultima cosa importante da fare adesso è ricordarsi che gli esseri umani sono diverse tra loro.
Provate a pensare cosa può rendere triste una persona attiva, sempre in movimento, che vive prefissandosi obiettivi e che non vede l’ora di raggiungerli ma che si trova costretta o si costringe a fermarsi.
Bene, adesso provate indovinate cosa può rendere triste una persona tranquilla, pacata, che ama la tranquillità, la vita casalinga, che ama leggere un buon libro la sera e magari apprezza la normalità, abituata a programmare e non propensa a dover far sforzi particolari che di punto in bianco si vede tirata in una corsa per raggiungere obiettivi che ritiene magari inutili.
E adesso prendetene una terza, abituata a vivere libera, senza limitazioni, che ama divertirsi, godersi il momento, a cui non interessa programmare, che viene limitata o si autolimita.
Ci potrebbero essere molti altri esempi, ognuno ci potrebbe mettere del suo, ma la considerazione che mi viene spontanea fare è che le cause della tristezza cambiano in base al soggetto che la presenta e quindi anche la stessa malattia può arrivare in modo diverso e con sintomi diversi, in questo caso ipertiroidismo o ipotiroidismo, a seconda di quello che la persona stessa deve fare o capire.
Anche qui i metodi per tenere sotto controllo il disagio sono diversi e molti sono anche validissimi, ma per risolverlo pienamente non vedo molte soluzioni possibile se non affrontare la situazione reale che ha scatenato il problema.
Auguro a tutti una buona primavera, se solo si decidesse ad arrivare!!!!!

Cistite ed il percorso dell’Acqua! Ci sentiamo invasi nei nostri spazi vitali?

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La cistite è un infiammazione, con infezione, della parete della vescica.
E’ caratterizzata da un bisogno frequente di espellere piccole quantità di urina che, durante l’emissione, sono accompagnate da bruciore.
Urina che spesso viene utilizzata nel mondo animale per “segnare il proprio territorio”.
Nel momento in cui qualcuno invade i nostri spazi, quello che riteniamo un territorio riservato, il nostro ufficio o la nostra scrivania sul posto di lavoro, la nostra casa o una sola stanza, il nostro carattere, il nostro modo di vedere e affrontare una situazione o anche il nostro corpo, il fastidio bussa alla porta.
Può avere forma acuta, cronica o recidivante.
Psicosomaticamente è un malessere legato all’elemento femminile Acqua ed alla parte terminale del suo percorso nel corpo umano.
I reni, sede dell’energia vitale che vengono influenzati della paura, gli ureteri, la vescica, che viene influenzata come abbiamo detto dalle emozioni attinenti il territorio e l’uretra, tutti legati poi alla rabbia repressa che porta all’infiammazione e al bruciore.
Se la cistite è causata anche da batteri di origine intestinale, ci si può collegare al discorso degli istinti, ai nostri lati più oscuri, argomento trattato nell’articolo che parla della sindrome da colon irritabile.
Attenzione poi alla cistite emorragica in quanto i sanguinamenti sono legati ad una perdita di gioia (sanguinamenti leggeri) o al perdere le proprie origini e non essere se stessi (sanguinamenti abbondanti).
La necessità impellente e frequente di “fare pipì” è il primo modo che il nostro corpo trova per risciacquare, raffreddare, pulire e portar via tutto quello che da fastidio.
A questo punto è proprio la Donna a farla da padrona, con tutte le sue caratteristiche ma anche le sue necessità.
Fluidità, gentilezza, perseveranza (ricordate la goccia che erode la pietra), purezza, sensualità, dolcezza, schiettezza e sincerità (paragonata al percorso del fiume che se forzato a cambiare strada, prima o poi rompe gli argini per tornare alla sua forma originaria), creazione e trasformazione, tutte quelle caratteristiche che dal mondo femminile bisognerebbe imparare a far propri.
Spesso per risolvere la situazione è sufficiente accettala e lasciare che tutto fluisca come deve oppure, se ci accorgiamo che il nostro malessere è dato da una “diga” o da “argini” artificiali che portano il nostro percorso da un’altra parte, parlare prendendo il coraggio di far rispettare le nostre idee o ciò che ci appartiene (anche caratterialmente), anche se abbiamo paura di non piacere o di non essere amati.
Basterebbe dire con dolcezza “questa cosa non va bene, prima di fare questo è meglio se ti comporti così”, oppure “io ho bisogno di altre cose” e poi, in base alla risposta ricevuta, agire di conseguenza.
Anche i problemi all’orecchio medio ed interno possono essere legati psicosomaticamente a vescica.

Compito del naturopata è anche, con diversi metodi di indagine, cercare di far capire al cliente la vera natura e la causa principale dei problemi che si presentano.
E’ poi libera scelta della persona decidere se e come affrontarli, conscia adesso del fatto che, se lasciati stare, continueranno a fare il loro “lavoro”!
Alla prossima

Parti dell’articolo sono stati presi dà “Dizionario di Psicosomatica” e “Dizionario della Metamedicina”

Il lato oscuro e la sindrome da colon irritabile

Mal di pancia

Un’insicurezza Viscerale
“Valido o non valido, coraggioso o pauroso, generoso o avido, buono o cattivo, altruista o egoista…
L’alternanza nella percezione di se stesso è in netto parallelismo con l’alternanza tra il trattenere ed il lasciar andare: chi soffre di colon irritabile si muove sempre tra questi estremi…
In alcuni periodi prevale il loro positivo e la persona mostra un po’ più narcisisticamente i propri aspetti più creativi e ottimistici, mentre in altri l’autostima diventa bassissima.
Questo salire e scendere continuo, svela il problema centrale: non ci si riesce ancora a considerare e ad accettare come un insieme di parti buone e altrettanto “cattive”, di parti valide ed altre meno valide.
Si ha ancora bisogno di un ‘idea assoluta, monopolare di se stessi e possibilmente tutta positiva.
In età adulta, tali dubbi su di sé sono assai disturbanti e talora,soprattutto nelle fasi negative, assumono la forma di un pensiero ossessivo. Come l’adolescente, questo adulto è molto influenzabile dai giudizi esterni che possono addiritura scatenare una crisi colitica, tanto vengono sentiti come destrutturanti per la propria fragile identità.
In tal senso il colon è irritabile: è sensibilissimo a qualsiasi cosa alteri l’equilibrio. Insieme al resto si alternano anche fasi di ansia e depressione, entrambe abbastanza lievi, ma sufficienti ad impedire una vita serena ed un’azione determinata nella realtà.

Chi è più a rischio
– Persone con senso della propria identità ed autostima instabili e altalenanti fra due estremi.
– Persone che alternano comportamenti da adulti con quelli da adolescenti, influenzati dai giudizi esterni e dalla paura di non piacere.
– Persone sotto stress, con una lieve depressione cronica, alternata a manifestazioni ansiose.
– Persone con una rigida struttura morale che pervade i vari ambiti del vivere.”
Da “Dizionario di psicosomatica” Ed. Riza

La paura del giudizio
Il colon, sede del proprio lato ombra, del lato oscuro, soffre ogni qual volta la persona decide di non ascoltare i propri istinti o, peggio ancora, di far finta che l’istinto non stia proprio parlando.
Ogni persona ha una parte che viene reputata negativa, di solito la parte che più odiamo negli altri o che meno sopportano le persone che ci devono “crescere” e che quindi cerchiamo o ci impongono di sottomettere o peggio ancora sopprimere.
Per qualcuno la parte negativa si chiama giudizio, per altri avarizia o piacere, per altri ancora orgoglio o ambizione passando poi dall’aggressività o dalla passività.
Fin da piccoli ci insegnano cosa “non fare x non sembrare”, ci dicono cosa si deve fare per non essere diversi dagli altri e per avere una vita serena.
Devi trovare un lavoro sicuro, magari un posto fisso, conoscere una brava ragazzo o un bravo ragazzo che abbia intenzioni serie, sposarti e fare dei figli. L’uomo deve andare a lavorare e procacciare il cibo, la donna deve stare a casa e prendersi cura della prole e a preparare da mangiare.
Il sesso si deve fare solo per un motivo e non per provare piacere, l’ambizione è solo per gli uomini, una volta scelto un compagno o una compagna, quello o quella persona deve essere per tutta la vita, la donna deve spesso subire le scelte senza poter portare la propria idea o conoscenza o necessità.
Ci sono altri quintali di insegnamenti che da ogni dove vengono introdotti nella nostra mente, indipendentemente dal tipo di persona che ci si trova davanti.
Chi soffre di questa sindrome accetta passivamente queste angherie senza ribellarsi, spesso dicendosi che è la cosa giusta o addirittura quello che vuole realmente.
Gli organi interni, guidati dall’istinto, iniziano ad informare a loro modo la persona che qualcosa non va, che non stiamo “funzionando” nel modo giusto.
Ansia e depressione sono legati proprio al non rendersi conto di accettare passivamente modi di fare, idee o convinzioni che non sono nostri.
Il bambino: da grande voglio fare l’astronauta … il cantante … lo scrittore
La bambina:Da grande voglio fare la ballerina … voglio far carriera e diventare una grande imprenditrice … la giornalista … la mamma.
I genitori, in base agli insegnamenti ricevuti, sorridono e pensano ai soliti sogni che si fanno a quell’età e iniziano a convincere i piccoli che la strada giusta è un’altra.
Ci si mettono poi i parenti, le amiche e gli amici che hanno subito lo stesso trattamento da piccoli, poi i colleghi e tutte le persone che sono state costretti a limitare o “trattenere”, fino a quando noi stessi non ci ricordiamo cosa ci dava piacere fare.
Spesso il lato oscuro non è legato al malvagio o allo sbagliato ma solo a quello che,in quella parte del mondo, in un preciso momento temporale, in quella situazione, la maggior parte della persona pensa non essere la cosa giusta.
Dopo questa piccola analisi penso non ci sia bisogno di consigli.
Buona vita a tutti e cercate di essere il più possibile voi stessi,di seguire realisticamente i vostri sogni e di sfruttare al meglio le vostre qualità e capacità.

“Ad Personam”, usiamolo in modo corretto

002

“Scusa Stefano, ho sempre mal di testa. Cosa posso fare?”
Come in tutte le situazioni, la risposta giusta è DIPENDE!
Stomaco, intestino, fasce muscolari, postura, dita dei piedi, masticazione, pensieri fissi, alimentazione, problemi alla vista…
Se vuoi solo far passare i sintomi, prendi un Moment, che col tempo ti causerà altri problemi (basta leggere il bugiardino del medicinale senza addentrarsi in tortuosi ed inutili labirinti mentali), se vuoi capire qual è la causa reale del problema, allora si deve investigare e programmare un percorso per far sì che lo stato di malessere, oltre che passare, si ripresenti in modo sempre più lieve per poi sparire del tutto.
Questo è il lavoro del naturopata, questo è quello che si dovrebbe fare per ogni cosa che non va.
Ogni naturopata ha il suo o i suoi metodi, ogni naturopata consiglia percorsi di cui si fida in base alle proprie conoscenze ed alle proprie esperienze tenendo anche in considerazione le disponibilità materiale, mentali ed energetiche che la persona/cliente ha disponibili in quel momento.
Questo percorso però può essere molto difficoltoso perché spesso i nostri disagi arrivano da cattive abitudini che si sono ripetute nel tempo e che ormai sono “cose normali”.
In realtà non lo sono, in realtà è il nostro modo di difenderci dalle aggressioni esterne e se il modo è sbagliato, sorgono i problemi.
Risolti i problemi esistenti, si dovrebbe lavorare sull’evitare che si creino nuove situazioni di disequilibrio e sul prepararsi ad affrontare in modo corretto quelli che sono i disagi causati dai nostri punti deboli.

Prevenire è meglio che curare…. (da Yin-Yang salute)

MTC

Sai come funziona la medicina in Cina?
Quattro volte l’anno, più o meno ad ogni cambio stagione, tutta la famiglia va dal medico e lui li cura.
Vale a dire cerca nelle persone in buona salute i punti deboli che potrebbero diventare poi delle malattie, gli fa un po’ di agopuntura, gli da delle erbe, corregge la dieta, riequilibra l’organismo, poi la famiglia lo paga e se ne vanno tutti.
Per loro questa è la medicina, impedire che uno si ammali.
Invece se uno si ammala è il medico che va da lui per curarlo e per quella visita non viene pagato.
Perché non è medicina per loro.
Per loro curare la malattia quando già è in corso è come mettersi a fabbricare armi subito dopo aver dichiarato guerra oppure scavare un pozzo quando si ha sete. Bisognava pensarci prima!
Perciò al medico cinese conviene che la gente stia bene perché sono quelli che stanno bene che pagano, gli ammalati portano via tempo senza farlo guadagnare e se ha troppi ammalati il medico va in rovina.
Poi la gente dice “ha troppi ammalati, non è bravo, non ci andiamo”

Non si può scappare

Non si deve aver paura della solitudine…
E un passaggio obbligato della nostra vita.
Prima la si affronta, prima si inizia a capire cosa si vuole realmente e quale è la propria strada.
All’inizio è difficile!
Il silenzio, il buio, il vero incontro con la parte più reale di noi, il non poter più mentire, prima a noi stessi e poi agli altri.
A volte si vuole scappare, si fa di tutto per riempire gli spazi che, in realtà, non dovrebbero essere riempiti.
Ma poi inizi ad apprezzarla ed a capire che è l’unico momento in cui puoi realmente crescere, da solo, senza farti influenzare dagli altri, formando solo le tue idee e ascoltando le tue necessità.
Impari ad essere realmente te stesso.
Posso solo consigliarvi di provarla, senza avere paura.
Può essere una valida alleata nel vostro cammino!

Solitudine 002

Ogni persona ride a modo suo…

Qualcuno ci crede, qualcuno no.
Ma chi oltre a guardare cerca di stare attento, già si rende conto che le cose stanno cambiando.
Tutte quelle situazioni che ci danneggiano o che ci hanno danneggiato in passato e che abbiamo deciso di non affrontare e di spostare, consciamente o inconsciamente, piano piano si stanno riavvicinando!
Hanno voglia di essere risolte, ormai sono stanche di stare li a guardarci.
Sta arrivando il momento di arrivare al pari con noi stessi.
Quello che dobbiamo essere veramente ogni giorno bussa alla nostra porta, ci manda segnali, ci gira intorno.

Ormai, purtroppo o per fortuna, grazie alla tecnologia il tempo e spazio non esistono più.
Da una parte leggo, sento e vedo tutti i giorni di persone che “non so”, che “però”, che “aspetto”, che “forse”, che “prima o poi”.
Dall’altra ho la fortuna di parlare con persone che “io so”, che “ho fatto”, che “va bene” o meglio ancora che sorridono veramente, senza dover neanche parlare.

Non è un modo di vivere o un scelta, è uno stato d’animo che pochi conoscono, è un momento che pochi hanno avuto il piacere di gustare fino in fondo.
Un momento che poi diventa quasi una droga, l’unica droga che non dà dipendenza e che non distrugge ma crea.
La si può comprare, ma se c’è troppa richiesta, i prezzi salgono, la si può rubare, ce la possono prestare, posso anche trovarla in giro.
Ma comunque non è “ROBA” tua e non saprai mai come usarla bene e c’è anche il rischio che prima o poi finisca.
Oppure si può cercare di imparare a crearsela da soli.
Per qualcuno è difficile, per altri no e ad ogni nuova avventura, c’è un sorriso ed un sapore diverso.
Ma è l’unico modo giusto.
Vediamo adesso chi sa sorridere davvero!

Sorriso

Stare bene

Stare bene non è una scelta di vita, non è solo un obiettivo da raggiungere e non è solo uno sforzo da compiere. Sono tutte e tre le cose insieme.

Una sola parte mancante delle tre porterebbe ad una falsa sensazione di benessere.

Purtroppo la gente pensa che è tutto facile, che è tutto difficile o che è tutto destino.
L’unica cosa certa invece è che SONO IO, gli altri non c’entrano.

“Ma ci sono anche le altre persone intorno a me”, classica risposta a questa frase.
In realtà ci sono anche le persone che io scelgo di accettare intorno a me e soprattutto c’è anche il mio modo di comportarmi nei loro confronti ed il loro nei miei, ci sono situazioni diverse che ci impongono scelte. E la stessa scelta può essere giusta o sbagliata a seconda della situazione che si sta vivendo o della persona che si ha davanti.
Ci sono rapporti che iniziano e rapporti che finiscono, ci sono rapporti profondi e che ci cambieranno che durano poche ore e rapporti superficiali che durano invece tutta la vita.

Non v’è nulla di certo, solo la possibilità di imparare, con la mente aperta e serena.

Piccoli passi per iniziare veramente a stare bene, prima da soli e poi con gli altri.